04 Lug COVID 19: la situazione attuale e i possibili scenari futuri
Nel presente articolo, in base alla situazione sanitaria italiana e mondiale a seguito della pandemia da COVID-19, si tracceranno le possibili evoluzioni future delle politiche (sanitarie, monetarie e fiscali) adottate dai diversi Governi.
In Italia si assiste ormai a una consolidata inversione della curva dei contagi. A partire dal 5 aprile 2020, infatti, ha tendenzialmente cominciato a diminuire il numero giornaliero di nuovi casi e questo ha comportato un calo delle persone ricoverate e in terapia intensiva a fronte di un notevole incremento delle persone guarite o che si sono negativizzate.
Nell’articolo si cercherà di tracciare, pur nella consapevolezza della precarietà delle previsioni in assenza di certezze in merito alla durata dell’emergenza sanitaria e soprattutto sulla possibilità che si verifichino ritorni di fiamma dell’epidemia, un quadro delle elaborazioni prodotte da rappresentativi Enti e stakeholder sull’andamento dell’economia (PIL) nel 2020 e 2021.
La fiducia di imprese e consumatori è stata messa a dura prova in Italia, in Europa e nei principali Paesi sviluppati. Indicatori come il PMI Index ha toccato il suo minimo storico in Italia e nell’Eurozona.
L’instabilità dei mercati finanziari ha toccato i picchi del 2008-2009, con una velocità anche maggiore. Tuttavia, al momento, pare che sia scongiurata l’esplosione di una crisi finanziaria incontrollata grazie alle importanti politiche di macrosostegno attualmente messe in campo per supportare il mondo economico che comunque è precipitato in una nuova fase di grande difficoltà senza precedenti.
Il COVID-19 spingerà al limite la resistenza delle imprese alle crisi, ed è quindi importante che esse si “attrezzino” e si facciano trovare preparate. Per questo, le imprese ormai globalizzate mettano in atto una serie di azioni per attenuare gli effetti della crisi (es. riconsiderare il loro rapporto con i lavoratori, rivedere i piani di crisi e di continuità operativa, monitorare la supply chain ad ogni livello e prepararsi con analisi di scenario dettagliate).
Tutte le principali economie mondiali si stanno orientando per importanti iniezioni di liquidità a sostegno delle imprese prima per reggere il lockdown e poi per la fase di uscita da esso e di ripresa progressiva di tutte le attività. In tale direzione si stanno adottando importanti misure fiscali e monetarie volte a sostenere i posti di lavoro, la liquidità delle imprese e il reddito delle famiglie.
Per rispondere alla crisi la Commissione Europea ha autorizzato gli Stati membri ad una massima flessibilità nell’utilizzo dei Fondi Europei.
Inoltre, è stata attivata per la prima volta la clausola di salvaguardia del Patto di Stabilità e Crescita e i Paesi dell’Eurozona hanno trovato un accordo per istituire all’interno del MES un sostegno specifico per l’emergenza COVID-19, basato sull’esistente programma di assistenza precauzionale, indirizzato in modo specifico alle spese dirette e indirette in campo sanitario.
I fattori di incertezza.
Il principale fattore di incertezza che pesa sulle analisi degli scenari futuri consiste nell’impossibilità di determinare la capacità di diffusione del virus a breve e soprattutto a lungo termine.
Infatti ad oggi non è possibile prevedere con esattezza:
- quando si arresterà l’emergenza sanitaria (a livello globale e a livello dei singoli Stati)
- quale sarà la percentuale finale di persone che hanno contratto l’infezione e il relativo impatto sulle strutture sanitarie degli Stati maggiormente colpiti
- se la pandemia sarà contenuta nelle aree attualmente colpite o si diffonderà largamente anche in zone del mondo ad oggi meno colpite
- se è scongiurato il pericolo di ulteriori ondate pandemiche dell’infezione.
E proprio a proposito di quanto sopra evidenziato pesa l’impossibilità di determinare se e quando sarà disponibile un vaccino.
In proposito è da rilevare che per altri coronavirus come la SARS e la MERS non siano ancora disponibili dei vaccini a distanza di molti anni dalla comparsa delle infezioni dovute a tali virus.
La disponibilità di un vaccino diminuirebbe in maniera drastica la pressione sul sistema sanitario e produttivo dei Paesi in grado di garantirne un’efficace distribuzione. Non è però possibile determinare con certezza quando si arriverà ad un suo sviluppo e commercializzazione e questa incertezza ovviamente pesa sulle previsioni economiche.
Un terzo fattore di aleatorietà consiste nella difficoltà di determinare se le diverse misure sanitarie, monetarie e fiscali messe in campo dai singoli Stati (o dai singoli blocchi economici) incideranno effettivamente sulla loro capacità di:
- uscire rapidamente dalla fase di emergenza sanitaria
- sostenere la resilienza del sistema produttivo, economico e sociale
- accelerare la ripresa economica.
Le principali sfide per le imprese e le conseguenti ricadute
Le principali sfide che le imprese dovranno affrontare (individuate tra le molte per necessità di sintesi) sono le seguenti:
- interruzioni della supply chain con implicazioni sull’import & export
- riduzione della forza lavoro con implicazioni sul dimensionamento delle imprese e conseguenze sociali per le famiglie
- la situazione di incertezza per quanto riguarda consumi e investimenti che impatta sul processo decisionale dei consumatori e delle imprese con implicazioni per attività produttive e famiglie
- azioni poste in essere in campo economico e sociale dal Governo e delle Banche Centrali Europea e Italiana per sostenere la ripresa, in particolare quelle di politiche monetarie a livello macroeconomico e fiscali, con conseguenti ricadute sulle imprese e sulle famiglie
- situazioni di crisi e di chiusura di determinati settori produttivi che non sono in grado di riprendersi dalla situazione di crisi (di particolare importanza in tale prospettiva le politiche di sostegno e fiscali messe in atto dal Governo).
Inoltre, si verificheranno ulteriori effetti secondari, che avranno un impatto sull’intero sistema economico come ad es. onshoring, riallocazione di capitale e fattori produttivi.
I dati macroeconomici
In base alle previsioni del Fondo Monetario Internazionale (FMI) il PIL globale nel 2020 (dati tratti dal Sole24Ore del 24/06/2020) in media calerà del 4,9% a fronte di una crescita stimata pre-covid del 3,3%, nell’Eurozona del – 10,2% e in Italia del – 12,8% in linea con le più pessimistiche ipotesi di Bankitalia (- 13%) che stima un -9,2% come scenario base.
In tutti i Paesi la situazione nel 2020 è stimata in peggioramento: Germania – 7,8%, Francia – 12,5%, Spagna – 12,8%, Regno Unito – 10%, Stati Uniti – 8%, India – 4,5%, Brasile – 9,1%, Russia – 6,6%.
In questo quadro fortemente negativo solo la Cina sembra fare eccezione con un + 1% anche se l’OCSE invece prevede per la Cina una contrazione del 2,6%.
Nel 2021 le previsioni indicano per la situazione economica una ripresa con il PIL in crescita in tutti i Paesi: il PIL globale crescerà del 5,4%, nell’Eurozona del 6%, in Italia del 6,3%, Germania 5,4%, Francia 7,3%, Spagna 6,3%, Regno Unito 6,3%, Stati Uniti 4,5%, Cina 8%.
Sarà quindi l’Italia a pagare lo scotto maggiore alla pandemia di coronavirus, con un crollo del Pil del 12,8% nel 2020, pari soltanto a quello dell’economia spagnola.
Debito pubblico in Italia dopo il lockdown
La crisi è stata almeno in parte mitigata dalle considerevoli azioni in termini economici messe in atto dal Governo anche attraverso le Banche. Di conseguenza, il debito pubblico raggiungerà un picco storico di percentuale del Pil rispetto al 2019.
L’elevato sostegno alla liquidità in Italia, come nelle altre economie avanzate come ad es. Francia, Germania, Giappone e Regno Unito crea necessariamente forti ricadute negative sui conti pubblici.
L’Italia, in particolare, vede una previsione per il debito pubblico salire al 166% del Pil (contro il 135% del 2019), con deficit al 12,7%. La Germania, per contro, conserva un certo margine di sicurezza con debito al 77% del Pil (dal 60% del 2019). Ne consegue che la Germania, a differenza dell’Italia che presenta un debito elevato, mantiene considerevoli margini per eventuali ulteriori interventi a sostegno della propria economia.
Il Giappone invece decolla con il debito pubblico al 268% del PIL, mentre gli Usa si attestano al 141% (dal 108%), ma con un deficit record del 23,8% sul PIL.
Fattori che possono incidere sul debito pubblico italiano:
- le decisioni italiane ed europee circa l’utilizzo del MES
- l’intervento della BCE per limitare i costi di finanziamento
- il cosiddetto Recovery Fund.
Quale strategia per la ripresa
Per il periodo successivo al lockdown in funzione della ripartenza del Paese sono necessarie robuste misure di sostegno all’economia, con la necessità di evitare perdite brusche di reddito e fallimenti d’impresa proprio nella delicata fase iniziale della ripresa. Quando possibile, le misure di sostegno dovrebbero essere indirizzate ad investimenti “verdi” e affiancate dall’espansione delle reti di protezione sociale a tutela dei soggetti più vulnerabili.
Fondamentale in una situazione di crisi rafforzare misure di sicurezza sul lavoro, incoraggiare smart working e flessibilità. Inoltre bisogna prevenire discriminazioni ed esclusioni generate dal COVID-19, estendere e facilitare l’accesso alla sanità.
In termini economici e sanitari è importante definire gli scenari possibili. Questi scenari non devono unicamente avere presupposti macroeconomici, ma incorporare considerazioni sulla trasmissione del virus e sulle possibili reazioni umane.
Disinformazione e confusione si sono diffuse insieme al virus.
I cittadini, le imprese e le Istituzioni devono, invece, contare su una chiara ed efficace comunicazione. La comunicazione in situazioni come quelle generate dal COVID-19 è fondamentale sia per le imprese che per la popolazione in generale. Ora più che mai, è importante per le Istituzioni sapere la situazione dei cittadini che hanno il diritto di ricevere delle indicazioni univoche, pronte ed efficaci.
Per superare la crisi è necessaria una forte cooperazione multilaterale e di assistenza tra Paesi dell’Eurozona in modo da affrontare le crisi sanitarie e le difficoltà di rifinanziamento.
Ma oltre ad affrontare in modo coordinato la pandemia, i leader politici devono risolvere la incombente profonda crisi economica e la conseguente importante perdita di posti di lavoro, tra i principali fattori di rischio, al fine anche di prevenire disordini sociali diffusi.
Infine, la “comunità internazionale” deve agire per evitare che la catastrofe della pandemia si ripeta con queste proporzioni e conseguenze, costruendo scorte globali di forniture essenziali e dispositivi di protezione, finanziando la ricerca e rafforzando i sistemi sanitari pubblici, con la messa in atto di modalità efficaci per assicurare le cure anche ai soggetti meno abbienti e più deboli.
Matteo Montagner