PRIMAVERA DIGITALE? NO GRAZIE. VOGLIAMO L’ESTATE

PRIMAVERA DIGITALE? NO GRAZIE. VOGLIAMO L’ESTATE

I dati registrati durante il lockdown hanno visto l’esplosione dei servizi online: dall’e-commerce all’home entertainment, dalle piattaforme di videoconferenze alla formazione online, tutto è cresciuto esponenzialmente, portando molti a parlare di “nuova primavera digitale”. 

Ritengo che il concetto di primavera sia piuttosto sopravvalutato. Sarà che sono un soggetto allergico e durante la primavera, come tanti altri ahimè, è tutto uno starnutire, lacrimare e sentirsi dipendenti dagli antistaminici, per questo la stagione che preferisco è senz’altro l’ESTATE!

Il COVID e il necessario lockdown hanno colpito duramente il nostro mondo, le nostre sicurezze e le nostre relazioni, ma questa pandemia ha avuto almeno un’esternalità positiva: accelerare esponenzialmente trend digitali “primaverili” che sembrano finalmente maturi per passare alla stagione successiva, l’”estate digitale”!

I consumatori si sono scoperti digitalmente pronti: hanno acquistato online apprezzando l’enorme comodità della spesa a casa oppure la splendida semplicità della prenotazione del “posto in coda” a distanza, senza dover più perdere tempo ad aspettare la possibilità di staccare un numeretto di carta come faceva la mia adorata nonna.

Il mondo del business ha imparato ad aver fiducia nei propri collaboratori, accettando la sfida dello smart working foriero di maggior produttività e di un migliore bilanciamento tra vita lavorativa e vita personale. Perfino le riunioni gestite su innumerevoli piattaforme online, una per ogni gusto e vezzo, sembrerebbero preferibili ad alcuni meeting fisici la cui durata spesso è inferiore al tempo di trasporto per raggiungerli.

Appare pronta anche la pubblica amministrazione che ha ad esempio finalmente maturato la consapevolezza che sia necessario accelerare l’erogazione dei servizi online in modo da abilitare i propri cittadini a fruirne digitalmente o che sia possibile gestire un’adunanza istituzionale in modalità tele-conferenza, senza gridare al colpo di stato.

Insomma, sembra davvero che i tempi siano molto più maturi di quanto ritenevamo, oggi però bisogna difendere questi passi fatti in avanti, senza arretrare neanche di un millimetro.

Per difendere la nostra estate digitale dobbiamo promuovere una mentalità positiva nei confronti della digitalizzazione, senza fare sconti ai rischi e alle problematiche che da essa possono scaturire. Risulta prioritario che le nostre organizzazioni investano in metodologie per gestire e domare la digitalizzazione, mettendo le persone al centro, con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza e la conoscenza della stessa. Infine, è necessario sviluppare strumenti per “mettere a terra” la digitalizzazione, in modo da liberare tempo per attività a valor aggiunto. In questo mondo entropico e complicato il tempo è sempre più risorsa scarsa, la vera sfida della digitalizzazione deve essere quella di permetterci di riappropriarcene: magari passando meno tempo in spostamenti, oppure a spendere meno ore in fila in un supermercato.

È il tempo della consapevolezza e del coraggio: la digitalizzazione va interpretata e guidata, senza che paure, a volte anche lecite, ci portino a preferir fare un passo indietro, invece che due in avanti.

Se così sarà, potremo davvero parlare di “estate digitale”, che se poi è anche italiana, è l’estate più bella che c’è!

 

Carlo Pasqualetto