LAVORO E NUOVA COESIONE SOCIALE, I BINARI SU CUI FAR CORRERE LA FASE 2

LAVORO E NUOVA COESIONE SOCIALE, I BINARI SU CUI FAR CORRERE LA FASE 2

Il questionario predisposto da INpatto ha raccolto 76 risposte provenienti dalle regioni Lombardia, Veneto, Lazio, Emilia-Romagna, Liguria, Toscana, Marche e Umbria.

Dal questionario, sulla base delle risposte su quali fossero le maggiori paure indotte dall’epidemia di Covid-19, emerge in primo luogo che il principale timore è stato relativo soprattutto al periodo iniziale dell’infezione per quanto riguarda la propria salute e quella dei propri familiari.

Anche il senso di impotenza e di precarietà di fronte all’emergenza sanitaria generale sono le condizioni maggiormente rappresentate insieme con la preoccupazione e l’incertezza per la situazione economica e lavorativa personale e generale del Paese.

Abbastanza significativi sono stati anche i commenti che hanno rappresentato il profondo disagio provato a causa dell’impossibilità di raggiungere familiari lontani in difficoltà e della necessità di mantenere il distanziamento sociale.

Alla domanda su quanto, in base alla propria esperienza, si fosse attrezzati per vivere la fase di lock-down da esprimere con un voto da 0 a 10 (0 = poco, 10 molto) le risposte hanno indicato che il 70 % si considera sufficientemente preparato (voti da 6 a 10) con un voto medio pari a 7.

Tale indicazione rileva che tutto sommato le persone si considerano abbastanza attrezzate per affrontare la situazione relativa al lock-down e di poter superare in modo sufficientemente preparato la situazione che stanno attraversando.

 

Per quanto riguarda la domanda su chi nella propria città abbia dato il maggior contributo ad uscire dalla fase critica le indicazioni sono state le seguenti:

1 – gli operatori sanitari 47%

2 – i volontari / le associazioni 28%

3 – chi ha continuato a lavorare 13%

4 – il Sindaco 9%

5 – le forze dell’ordine 1%.

 

Tali indicazioni confermano il diffuso sentimento nel Paese di riconoscenza e gratitudine per il personale sanitario e per il volontariato che tanto si è prodigato per combattere l’emergenza pandemia.

Significativo è comunque anche il 13% espresso che riconosce un ruolo importante alle persone che continuando a lavorare sul posto di lavoro hanno consentito la prosecuzione di servizi essenziali e il 9% che privilegia il ruolo del Sindaco.

Alla domanda se si è favorevoli all’uso di un’applicazione che monitori i propri dati sanitari e gli spostamenti per prevenire nuovi focolai le risposte sono state le seguenti:

1 – Yes 83%

2 – No 17%.

 

Dal risultato si evince che, al di là dei dubbi e delle polemiche anche di lese libertà costituzionali avanzati da importanti giuristi e personaggi vari su social e media, ben 4 persone su 5 sono disposte a rinunciare alla propria privacy per contribuire ad un sistema di gestione della situazione che consenta di individuare, circoscrivere e spegnere nuovi focolai di infezione che dovessero insorgere.

 

Per quanto riguarda la Fase 2 le priorità indicate in ordine di numerosità delle scelte (possibilità di indicazioni multiple) sono le seguenti:

1 – ricominciare a frequentare amici / parenti 44%

2 – mantenere il posto di lavoro 39%

3 – cambiare lo stile di vita e alcune scelte di consumo 26%

4 – andare in Chiesa 25%

5 – conciliare il tempo del lavoro con i bisogni dei figli a casa da scuola 25%

6 – preservare me stesso e la mia famiglia da un nuovo contagio 23%

7 – modificare il ritmo di vita lavorativa usando di più lo smartworking 13%

8 – capire le responsabilità delle scelte fatte dal Governo Nazionale e Regionale per valutare come migliorare 11%

9 – impegnarmi di più nel volontariato 9%

10 – organizzare una festa 5%

11 – cercare un nuovo posto di lavoro 3%

12 – essere informato tempestivamente su nuovi allarmi sanitari 2%

13 – stare un po’ da solo, in silenzio 2%.

 

Risulta che le priorità principali sono quelle relative al riprendere la socialità con familiari ed amici e all’attività lavorativa (rispettivamente circa 1 indicazione su 2 e 2 su 5).

Seguono altre priorità che si possono così accorpare in base alla tipologia di scelta che riguardano il cambiare lo stile di vita e le scelte di consumo, nonché di preservare se stessi e la propria famiglia da un nuovo contagio (circa 1 indicazione su 4).

 

La necessità di conciliare il tempo del lavoro con i bisogni dei figli e il dover modificare il ritmo di vita lavorativa in base allo smart-working denotano le profonde modifiche alla vita delle persone che la situazione emergenziale ha comportato e continuerà a comportare per il permanere della chiusura delle Scuole e del modo agile di lavorare alla vita delle persone a causa del pericolo di epidemia da Covid-19.

Anche il poter soddisfare il sentimento religioso come l’andare in Chiesa è avvertito come una priorità da una risposta su quattro.

Abbastanza limitata è l’indicazione come priorità di capire le responsabilità delle scelte fatte da parte dei decisori politici statali e regionali sia pure per valutare come migliorare e non commettere errori per il futuro e un maggiore impegno nel volontariato (circa 1 indicazione su 10).

Per la domanda su quale leva bisogna puntare per la rinascita del Paese le indicazioni espresse sono state le seguenti:

1 – il lavoro 28%

2 – una nuova coesione sociale 23%

3 – le famiglie 11%

4 – un’Europa più forte 11%

5 – la sostenibilità ambientale 7%

6 – i giovani 6%

7 – un nuovo Governo 6%

8 – la prevenzione di nuove malattie 2%.

 

La prima indicazione risulta quella del lavoro (28%) come leva principale su cui bisogna puntare per il rilancio del Paese seguita dalla necessità di una nuova coesione sociale (23%) che deve passare anche dal sostegno alle famiglie (11%) e ai giovani (6%).

Le altre indicazioni sono relative ad una maggiore integrazione europea (11%), alla sostenibilità ambientale (7%) e alla necessità di un nuovo Governo (6%).

Ultima la prevenzione di nuove malattie (2%) che denota che le persone sono preoccupate più per la situazione contingente di difficoltà economica e sociale che di future pandemie.

 

Matteo Montagner