28 Feb La società degli individui di massa
Assistiamo ad un netto ridimensionamento dei messaggi allarmisti dei giorni scorsi. Forse le alte cariche governative stanno facendo due conti approssimativi su cosa è davvero l’impatto della paura di massa. Perché in effetti, senza voler dimenticare e banalizzare i morti e i ricoverati, sembrerebbe che questo Coronavirus sia in gran parte un fenomeno di isteria collettiva. Le città lombarde sembrano vivere in un clima surreale i cui effetti negativi sono lungi dal consumarsi al termine dello stato di allerta voluto dalla Regione.
La sensazione che però si ha già, a prescindere dall’esito della storia, è che stiamo entrando in un’epoca che vede l’improvviso dilagare di grandi fenomeni di paure incontrollate.
Provo a ripercorrere, e mi scuso a priori per le inesattezze in cui incorrerò, la propagazione del fenomeno COVID-19. In Cina, Paese notoriamente attento alle informazioni in uscita ed entrata, scappa la situazione di mano…i video in rete si diffondono e le informazioni su un nuovo misterioso virus di cui non si conosce il vaccino dilagano. Come sempre in questi casi (e non voglio entrare nel merito se sia vero o no) si dà inizialmente la colpa alla longa manus Americana che vuole screditare la Cina nei confronti del mondo. Fatto sta che i video, le informazioni si diffondono fuori dai confini nazionali e il rimbalzo sui social è di gran lunga più veloce della diffusione del virus. Le compagnie aeree sono tra le prime a prendere provvedimenti e anticipano quasi gli interventi governativi. Perché? Molto semplice, oggi per una compagnia aerea la propria “brand reputation” on line è un valore da tutelare molto più di qualche passeggero insoddisfatto e quindi è importante far vedere ai propri clienti che la compagnia è sicuramente affidabile e sicura. Intanto i numeri di questo nuovo virus crescono giornalmente e si capisce che non sarà un caso isolato. Il governo italiano dichiara lo stato di emergenza, pubblicizzando una grande efficienza nella capacità di prevenzione: blocca i voli diretti dalla Cina e si prepara alla difesa…Perchè? Certo per prevenzione, ma anche perché bisogna anticipare le voci dei social e dei media, bisogna soddisfare subito l’istintuale tono aggressivo della gente in rete. La politica ormai deve dare risposte a tutti, al di là di quello che i fatti richiedono.
E così il Coronavirus arriva in Italia, l’allerta è già massima e le persone già pronte a farsi i controlli. Il clima da catastrofe è pronto, le scuole vengono prontamente chiuse e l’amuchina diviene preziosa quanto il vaccino dell’epatite…Eccesso di prevenzione? Lo sapremo solo tra qualche settimana, per il momento molte aziende si stanno gravemente ferendo, gli ospedali sono in tilt, la borsa è precipitata, sappiamo già che i danni sociali ed economici avranno ripercussioni per tutto l’anno. In alcune industrie (penso all’intrattenimento o al turismo) è già visibile l’enorme perdita.
In tutto ciò tutti gli Stati Uniti d’America contano 35 contagiati (rispetto ai nostri 700 circa) e zero morti…è mai possibile? il sospetto che la nostra ansia da prevenzione abbia dato qualche effetto collaterale è venuta a molti degli esperti.
Ma quindi chi è il responsabile? Bè in effetti i colpevoli impazzano: i giornali, i politici ecc..ma se si prova a seguire quanto da me brevemente descritto appare evidente che la società è cambiata nella figura del leader o dell’influencer. Tutti noi che ci definiamo fruitori o user di internet, siamo invece dei potentissimi editori o publisher. Condividiamo, diffondiamo ingigantiamo e contribuiamo in piccola o grande parte a fare di un prodotto o un fatto un’esperienza misera o grandiosa a seconda del nostro giudizio. E così un qualsiasi fatto corre più veloce in rete della censura (e questa è una nota positiva di internet), ma allo stesso tempo viene distorto da tutti noi utenti, anzi editori.
Non ci rendiamo conto quanto tutti noi stiamo contribuendo al futuro della società. Oggi l’individuo è costretto a responsabilizzarsi molto di più di un tempo.
Questo è il grande passaggio che stiamo vivendo: da un’economia basata sul consumo all’economia basata sulla condivisione, sull’esperienza. Responsabilizzarci, educarci non è più una missione etica, spirituale, bensì è una lotta per la salvezza. Sarà sempre più evidente come l’impoverimento dell’essere umano non sarà più un danno che influisce solo sulla politica, ma sull’economia, sul progresso e sul futuro che ci attende. Dobbiamo cominciare a pensare che la nuova società non potrà essere diretta da pochi leader ma avrà tanti individui leader, individui fondamentali nella loro unità per formare una massa non più massa: insomma una nuova società di individui di massa.
Lorenzo Maternini, co-founder Talent Garden