TOMMASO SANTINI INTERVISTA FEDERICO RAMPINI – FESTIVAL DELLE IDEE 2020

TOMMASO SANTINI INTERVISTA FEDERICO RAMPINI – FESTIVAL DELLE IDEE 2020

Tommaso Santini intervista Federico Rampini – Festival Delle Idee 2020

Lo scorso 15-18 ottobre si è svolta a Venezia Mestre, presso la prestigiosa cornice dell’ M9 – Museo del 900, la seconda Edizione del Festival delle Idee https://www.festivalidee.it/ con il sostegno della Regione del Veneto (tra i partner dell’evento: Comune di Venezia, Unesco Colline del Prosecco Valdobbiadene e Conegliano, Fondazione di Venezia, Gabetti Property Solutions Spa). Il tema dell’edizione di quest’anno è stato “Idee per la Rinascita” attorno al quale si sono avvicendati artisti, personalità del mondo dello spettacolo e dello sport, scrittori, giornalisti ed imprenditori tra i quali Camila Raznovich, Donato Carrisi, Corrado Augias, Jury Chechi, Fiona May, Patrizio Roversi, Morgan, Mogol e Federico Rampini.

(https://www.festivalidee.it/wp-content/uploads/2020/10/Fi_Brochure.pdf)

Tommaso Santini ha intervistato Federico Rampini, in collegamento in diretta da New York, in procinto di pubblicare il suo ultimo libro “I Cantieri della Storia” (edito da Mondadori): ripartire, ricostruire, rinascere ne abbiamo un gran bisogno. La buona notizia è che siamo capaci a farlo. Civiltà intere sono sopravvissute a eventi terribili. Dopo ogni guerra c’è una ricostruzione, dopo ogni depressione arriva un’età dell’ottimismo e del progresso. Durante l’intervista, Federico Rampini prende in esame la situazione economica e sociale a livello globale, partendo dai comportamenti e le tendenze degli Stati Uniti e della Cina, per passare poi al futuro dell’Europa e dell’Italia. Ne esce un quadro in cui: 

– la Cina, la locomotiva globale  è un paese sempre più aperto che stiamo imparando a conoscere e che scopriremo sempre più 

– gli Stati Uniti potrebbero intraprendere un nuovo corso grazie al cattolico Biden

– l’Europa può cogliere la grande opportunità di interpretare una nuova leadership globale- va sfatato il falso mito “largo ai giovani” da attuare attraverso l’abbassamento dell’età pensionabile; il modello pensionistico Giapponese, dove si lavora più a lungo, docet

– l’Italia può diventare la culla della civiltà del futuro…e tornare ad un nuovo piano Marshall come ai tempi di Luigi Einaudi, in cui si combatteva la burocrazia e il dissesto idrogeologico

– si sta aprendo una nuova prospettiva globale per il fenomeno dell’immigrazione che, anche grazie al premio nobel conferito al Word Food Programme, ci porta verso una “grande fratellanza“.

Di seguito le tematiche che Tommaso Santini ha affrontato. Qui l’intervista integrale.

Festival delle Idee – intervista a Federico Rampini

  1. Sul fronte globale…dal suo penultimo libro “La seconda guerra fredda Lo scontro per il nuovo dominio globale” (edito da Mondadori nel 2019) sottolinea da una parte l’affermazione della supremazia della Cina su tutti i fronti, inclusa la competizione tecnologica, e dall’altra la crisi delle Socialdemocrazie Occidentali a partire da quella statunitense. La posta in gioco tra Cina e Occidente è infatti la leadership sulle tecnologie del futuro, ma anche sulle regole di governo dei grandi temi globali, come le pandemie e il cambiamento climatico. In questa fase la Cina sembra essere un passo avanti, non solo perché sta sviluppando soluzioni competitive (rispetto a quelle offerte dai giganti USA) nel 5G, nei device telefonici e in molte applicazioni, ma anche e soprattutto perché sta vincendo la sfida al Coronavirus. Quindi qual è il mondo nuovo che ci attende?
  2. Mentre in Occidente abbiamo scommesso sulle responsabilità dell’individuo in Cina hanno scommesso sul ruolo della Comunità. In relazione alla supremazia cinese Lei fa riferimento alla capacità del suo popolo di “anteporre l’interesse collettivo, il bene della comunità ai desideri degli individui“, che viene paragonata allo svanire in Occidente del “senso di un destino comune“. Possiamo imparare dalla Cina? Possiamo diventare tutti parte di una popolazione globale?
  3. Visto che Lei ha un’ampia esperienza dell’America e dell’Asia, come vede il ruolo dell’Europa nel mondo dopo il Covid?
  4. Parliamo di futuro in Italia partendo però dal problema che se non trova una soluzione sostenibile rischia di comprometterlo a partire dalle nuove generazioni: le pensioni. Già nel suo libro “Il crack delle nostre pensioni (1994)”, ma i miei ricordi mi riportano ai primi anni duemila in aula alla Bocconi durante gli interventi di Giavazzi….non avete mai smesso di segnalare l’insostenibilità del sistema pensionistico italiano, per arrivare poi ai giorni nostri con la riforma Fornero e più recentemente quota 100….che cosa si può fare oggi concretamente per non caricare tutto sulle spalle delle generazioni future e per non provocare una rivolta sociale tra chi è pensionato o lo sarà a breve e i giovani?
  5. Vengo da una due giorni a Roma in Talent Garden per Next Generation, un’iniziativa che ha raccolto l’ecosistema dell’innovazione italiana e ha presentato alla politica (4 ministri del governo, Gianni Letta e numerosi altri esponenti della politica e delle istituzioni) un piano strategico per l’utilizzo dei Recovery Fund che si fonda su tre pilastri: Capitale Umano, Cultural Heritage e Food-Foodtech. Franceschini ha annunciato per esempio che il suo Ministero chiederà che venga sostenuta in particolare la costruzione di una digital library nazionale, che ricomprende tutti gli archivi nazionali, il più grande patrimonio archivistico del mondo. La domanda che Le pongo è quindi se ritiene che ci sia ancora nell’Italia di oggi ciò che ci ha fatto grandi nel Rinascimento? E se questo patrimonio intangibile e tangibile possa dare dei frutti?

A otto anni dalla sua elezione, Papa Francesco scrive una nuova Enciclica “Fratelli tutti”, che rappresenta il punto di confluenza di ampia parte del suo Magistero. La fratellanza è stata il primo tema al quale Francesco ha fatto riferimento dando inizio al suo Pontificato, quando ha chinato la testa davanti alla gente radunata in piazza San Pietro. Lì ha definito la relazione vescovo-popolo come «cammino di fratellanza», e ha espresso questo desiderio: «Preghiamo sempre per noi, l’uno per l’altro. Preghiamo per tutto il mondo, perché ci sia una grande fratellanza». L’Enciclica indica una fratellanza che si estende non solo agli esseri umani, ma subito anche alla terra, in piena sintonia con l’altra Enciclica del Pontefice, la “Laudato Si”. “Fratelli tutti” declina insieme la fratellanza e l’amicizia sociale. La fratellanza salva il tempo della politica, della mediazione, dell’incontro, della costruzione della società civile, della cura. Come dice Papa Francesco “Amicizia sociale e fraternità non escludono, ma includono”. Nella stessa direzione Il Papa chiede un cambio di prospettiva radicale non solo a livello interpersonale o statale, ma anche nelle relazioni internazionali: quello della certezza della destinazione comune dei beni della terra. Qui il Papa si riferisce al fatto che ogni Paese appartiene anche allo straniero, in quanto i beni di un territorio non devono essere negati a una persona bisognosa che provenga da un altro luogo. Pensa che ci sarà in un futuro non troppo prossimo un nuovo approccio all’immigrazione come (sembra) sia avvenuto per l’ambiente con l’Enciclica “Laudato Si”?